Ancora nel dormiveglia, dopo aver già rinviato la sveglia delle 5.20 (come di consueto drammaticamente mattutina…), inizi a prendere contatto con la realtà e la consapevolezza di quello che sta per succedere: si parte. Con il passare dei minuti inizi a mettere a fuoco anche quel fruscio di sottofondo, che solo una volta aperte le finestre capirai essere il fruscio della pioggia, ottimo ! Si parte con le gomme da bagnato? A guardare il cielo, sembrerebbe aprirsi e si potrebbe azzardare una partenza con le intermedie (che non abbiamo) esiste quindi una sola possibilità: “sgonfiare le gomme e via andare” !
Il meteo però non ci da ragione, dopo pochi chilometri l’asfalto inizia ad asciugarsi e siamo pertanto costretti a zigzagare cercando le pozzanghere per non surriscaldare le coperture sgonfie.
All’alba delle 6:30 i due insetti sono in griglia di partenza e danno gas senza indugi ! Nel frattempo…
i 3 draghi stanno ancora dormendo, avanziamo pertanto decisi e guadagniamo metri preziosi, esattamente come fa la tartaruga nella famosa favola in cui vien sfidata dalla lepre !
Soltanto la sera prima una soffiata provvidenziale ci fa notare che proprio la tappa di oggi del giro d’Italia passerà esattamente sul nostro stesso itinerario nella tratta Torino – Sestriere: è una corsa contro il tempo per arrivare alla meta prima dei ciclisti e soprattutto prima che la strada venga chiusa al traffico. Siamo quindi in modalità gara e anche i pit stop sono in puro stile Formula 1: mentre uno controlla la pressione delle sei gomme (2+2+ le 2 di scorta) l’altro effettua il rifornimento di carburante-olio e siamo pronti a ripartire in men che non si dica.
I chilometri scorrono tranquilli e senza intoppi: i primi raggi di sole, l’aria che inizia a scaldarsi e i profumi delle campagne ancora poco lontane da casa, ci riportano subito alla mente quelle tipiche sensazioni dei viaggi scoppiettanti, compresa qualche preoccupazione alla vista di una sagoma dalle sembianze di un corvo rosso avvicinarsi negli specchietti…
Il navigatore ci supporta e voliamo verso la meta. Alle 11:00 siamo al cartello dei 100mt a Torino, pensiamo: “il più è fatto !”
I draghi nel frattempo si sono svegliati, hanno preparato con la solita (in)dovizia di particolari i bagagli e si sono lanciati al nostro inseguimento ! La tenacia non gli manca, mezzi decisamente più giovani e motori col quadruplo della cavalleria fanno il resto !
Facciamo un’altra sosta benzina con doveroso controllo candela e imbocchiamo la strada che ci condurrà in val di Susa, sono esattamente le 11:30, giusto mezz’ora prima che le forze dell’ordine chiudano ogni accesso. A questo punto in gioco si fa duro, la pendenza cresce col passare dei minuti e le vespe iniziano ad arrancare senza tuttavia mostrare segni di cedimento.
E’ qui, rilassati e ormai prossimi al confine, che commettiamo l’errore ! Decidiamo di spegnere i navigatori tanto “è tutta dritta !”. Neanche a dirlo manchiamo l’unico bivio che dalla val di Susa ci avrebbe portato al confine. I draghi, che nel frattempo ci erano ormai alle costole, attuano inconsapevolmente il sorpasso e mettono la palla in buca. Draghi 1 insetti 0.
Ritrovata la strada maestra raggiungiamo i motociclisti e mangiamo tutti assieme Poco dopo si riparte alla volta del confine francese ormai distante pochi chilometri, la vista dall’alto è mozzafiato e la strada ci porta scendendo dolcemente in valle verso Briancon. E’ qui, proprio a cavallo dei due stati, che ci prendiamo la nostra rivincita.
Procediamo in gruppo tutti e 5 con le Vespe che soffrono in rettilineo per tenere una velocità accettabile per i 3 motociclisti, i quali però pagano pegno ad ogni curva, dove l’agilità delle Vespe dà del filo da torcere anche ai veterani nonostante una delle due abbia cominciato a perdere i colpi.
Bastano un paio di tornanti e la dimostrazione di forza è schiacciante: i draghi avranno anche più gas, ma gli insetti hanno ragione su tutti quando si tratta di infilare una curva con precisione e velocità ! Non potevamo sperare in una soddisfazione più grande.
Dobbiamo constatare pur tuttavia che l’affidabilità non è esattamente il nostro forte: purtroppo l’ insetto blu ha da qualche decina di chilometri lanciato segnali preoccupanti: vuoti improvvisi e cali di potenza diventano ordinaria amministrazione agli alti giri ma non c’è tempo per fermarsi: ci consultiamo urlando da una vespa all’altra facendo congetture sulle possibili cause del problema.
Arrivati finalmente in campeggio attrezziamo l’officina mobile: ancora in corsa lanciamo sul prato la borsa degli attrezzi che si sparpagliano su tutta la piazzola, prendiamo al volo gli arnesi e, uno di qui e uno di là, stringiamo l’insetto in una presa a tenaglia per un check-up all’impianto elettrico e sostituzione della centralina di accensione con quella spare1 presente nel bagaglio ricambi. Non siamo sicuri di cosa stia determinando lo strano comportamento, benzina annacquata ? cavo candela ? statore ? Ogni supposizione trova conferme e smentite ed abbiamo ancora troppi pochi elementi per formulare la diagnosi.
Poco importa in realtà che i problemi si risolvano o che peggiorino, ormai il dado è tratto: rimarremo intrappolati in terra straniera ? C’è un solo modo per saperlo: restare sintonizzati !!
-Stay tuned-
[1] spare: componente di riserva.
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