Da qualche giorno siamo ormai nel lontano ovest altresì detto far west, ma non quello americano…bensì quello della selvaggia Corsica. Ci siamo immedesimati a tal punto che la mente ci riporta in continuazione a tematiche western. La saga dunque continua con un altro grande classico: quest’oggi vi proponiamo in prima visione l’insuperabile “Alba Fatale”, capolavoro di W.W. reinterpretato ovviamente dai sottoscritti.
<<…Partiamo di buon mattino quando il sole non ha ancora fatto capolino dalle creste rocciose delle imponenti montagne che sovrastano la costa ma ci bastano pochi chilometri per capire che l’alba ci sarà davvero fatale. Dopo i primi tornanti è evidente al pilota della blu che il suo destriero scalcia al retrotreno. Virgole nere sull’asfalto e curve in completa derapata, il sospetto è sempre più fondato ma è il controllo visivo a dare il verdetto finale: foratura al posteriore !
Non ci lasicamo intimidire. Non una smorfia di disappunto anzi, un ghigno solca i nostri visi e come una squadra ben addestrata allestiamo l’officina mobile in men che non si dica. La reazione dei passanti locali è alquanto diversa, chi si ferma a chiedere se abbiamo bisogno d’aiuto e chi invece…
… preferisce salutare imboccando la curva di traverso con fischio di gomme e ruote posteriori bloccate in freno a mano. Questo è lo spirito Corso che apprezziamo!
Un Team di F1 non sarebbe stato altrettanto efficiente e in meno di mezz’ora smontiamo i bagagli, rimuoviamo la marmitta e sostituiamo l’intera ruota. Ci vengono in soccorso l’indispensabile chiave del 13, il pappagallo e il cric manuale. In tutto ciò riusciamo anche a fare foto, filmato e autoscatto.
Riparata la gomma, lasciamo la costa avventurandoci tra le montagne rocciose verso le Calanche. Qui la vista è mozzafiato ma nello stesso tempo i nostri animi sono turbati parchè stiamo entrando nell’habitat ideale del famigerato Corvo Rosso, la cui presenza aleggia nell’aria: non possiamo vederlo ma lo sentiamo osservarci dall’alto…
Raggiunto l’incantevole golfo di Porto (di cui abbiamo una diapositiva sopra) ci inerpichiamo sempre più in alto verso Col de Vergio, il passo asfaltato più alto della corsica (1477m), attraversando la splendida valle del Golo e la foresta dell’Aitone.
Arrivati in cima incontriamo due lecchesi più temerari di noi che hanno raggiunto il passo in bici, mitici !
Non ci dilunghiamo troppo con loro perché uno strano verso echeggia nel cielo attirando la nostra attenzione: non lo vediamo ma basta un sguardo fugace per capire che è il momento di ripartire. Salutiamo i nostri compagni di via e proseguiamo la rotta alla ricerca di un luogo sicuro in cui passare la notte.
Giù per la discesa non mancano splendidi scorci da fotografare e dunque, per la serie prima il dovere e poi il piacere… nell’ordine: saggio temperatura motore e ammirazione paesaggio!
Dovere Piacere
Poco lontano dal Lago di Calacuccia, nel paese di Lozzi, troviamo un tranquillo campeggio (L’Arimone) semplice ed accogliente.
Non manca il tempo per un breve intervento di manutenzione alle Vespe che comprende registrazione freni anteriori e posteriori, frizione e controllo candele.
Giusto un veloce salto in paese per una spesa ed una fugace mangiata, non abbiamo altro tempo da dedicare allo svago: tutte le energie sono concentrate sullo studio e l’attuazione di tecniche evasive e di mimetizzazione che ci permettano di sfuggire al temuto corvo.
Strisce di vernice nera sulla faccia, pantaloni mimetici, fronde verdi a camuffare le vespe come fossero carri di carnevale ed ancora, silenziatori allo scarico, caschi dell’esercito corso e marcia a fari spenti.
Questi sono solo alcuni degli accorgimenti che abbiamo adottato lungo il cammino ma la nostra fantasia è ormai agli sgoccioli e quindi, avete idee ? Suggerimenti ? Aiutateci please ! Ne va della nostra (e vostra) incolumità ! … >>
Alla prossima puntata !
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5^Tappa – L’Acacia – Porto – Calacuccia (159km) |
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