resta ed è quello di non aver nulla pronto in tempo. E dire che siamo
organizzati, caparbi e non senza esperienza !
questo fronte, è che non possiamo fare a meno di creare nuovi sbattimenti,
nuove cose da fare, aggiungere, idee per migliorare viaggio, navigazione, soste
e sicurezza.
aver creato qualcosa di diverso, di aver reso il viaggio migliore dal punto di
vista tecnico, ingegneristico, strutturale si potrebbe dire !
e supposizioni assurde e nonostante il tempo sia tiranno e la partenza alle
porte, eccoci proiettati in officina di mattina, prima di andare al lavoro con la tazza di caffè ancora calda, o a notte fonda con carta e penna in una mano e trapano nell’altra a far prender forma alle idee.
Quali idee? Tante troppe, anche per noi.. anzi, soprattutto per noi !
Alcune fra le altre ? Beh, intanto perché affidarci alle prese elettriche “domestiche” per
ricaricare i cellulari quando staremo tutto il giorno in sella ad un mezzo che fra le altre cose …
… produce anche una discreta quantità di energia elettrica ?
uno stile di vita ! Ed interpellato lo “Zio Franco” , sempre disponibile,
abbiamo in pochi minuti il progetto su carta di uno stabilizzatore di tensione
che porterà le nostre Vespe a produrre 5V continui su presa USB a partire dai
circa 6 / 10V in corrente alternata di cui le ET3 sono capaci.
Ora non ci resta che comprare, montare e testare il circuito sotto l’attenta supervisione dello Zio Franco il tutto, ovviamente,
a tempo di record !
Detto fatto: circuito pronto a due giorni dalla partenza ma, vogliamo fermarci
qui ? Certo che no, perché non rivedere da zero il sistema antifurto della
vespa adottando come principale sistema di sicurezza una squadretta a “ T ” che funzionerà da “blocca tamburo” più che da blocca disco, inserendola fra il cerchione e il tamburo del freno da un lato e bloccandola con un bel lucchetto dall’altra.
Squadretta a T. Utile come “blocca ruota” o come.. |
tempo per progettare e realizzare un’ulteriore chicca, forse la più importante,
che mira a risolvere il problema dello sfruttamento del tunnel centrale come
supporto bagagli.
centrale è.. spazio buttato !
Notare lo spazio libero nel mezzo |
Spieghiamo per i non addetti ai lavori: su un mezzo che può contare sui soli portapacchi anteriore e posteriore
(peraltro non sovraccaricabili nel caso dell’ET3) ottimizzare i bagagli ed
essere essenziali è d’obbligo ma c’è sempre quella punta di amarezza per tutto
quello spazio lì, in mezzo, solo soletto, lasciato a far nulla.
sul tunnel centrale e sgravare quindi i portapacchi (soprattutto quello
anteriore) dai pesi più importanti.
Ecco il ragionamento. Quel che pesa inesorabilmente di più sono ricambi ed
attrezzi, che fortunatamente hanno un elevato peso specifico ed occupano quindi
“poco” rispetto alla loro massa. Non ci pensiamo due volte: sono loro che vanno
spostati !
Ma come ancorare il tutto alla pedana in modo stabile e senza interferire coi
comandi della vespa ? (leggi: il pedale del freno posteriore non dev’essere intralciato)
“collegasse” la sella (idealmente prolungandola) con la ruota di scorta che,
per chi non lo sapesse, è alloggiata dietro allo scudo. (Davanti alle ginocchia quando
ci si trova in posizione di marcia)
Ma come tutte le idee migliori, anche questa aveva una serie di limiti non
proprio da poco: primo fra tutti riuscire ad ancorare in maniera solida questo
supporto ed in secondo luogo “ inventarsi”, appunto, un supporto abbastanza
rigido ma al contempo leggero e
facilmente smontabile.
stiro” in mezzo alle gambe e scaricare il peso sulla pedana o sul supporto
stesso.
partorita dalla geniale mente di Marco, è arrivata come un fulmine a ciel
sereno, sconvolgendo i nostri piani ma anche, soprattutto, rendendo il lavoro
molto ma molto più semplice !
Possibilità di fissare una tanica o una piccola borsa con gli attrezzi |
Perché non sfruttare i bulloni che fissano il cavalletto alla pedana ? E con
pochi semplici ragionamenti siamo arrivati alla soluzione finale che, come
tutte le altre, sarà collaudata in viaggio !
sopra) dei bulloni del cavalletto, abbiamo realizzato quello che sembra essere
davvero un ottimo sistema per trasportare non solo attrezzi e ricambi ma anche
una tanica per del carburante extra in modo sicuro e proficuo.
egregiamente e non si denotano slittamenti di sorta del materiale ancorato.
famosa asse da stiro in mezzo alle gambe tra sella e ruota di scorta, è nato un
successivo ragionamento che ha messo in cantiere un altro progetto che vi
anticipo essere culminato nell’ultimo dei nostri successi. (Modestie a parte)
pedana, con un sistema così ingegnoso come il precedente cosa vuoi, rovinare il
tutto ancorando alla bell’e meglio la tanica dell’olio ? Certo che no, e che
diamine ! Ed ecco allora che la stessa piastra a “ T ” tanto utile per chiudere
le ET3 col lucchetto torna in voga, viene riacquistata, modificata e fissata
alla ruota di scorta fino ad ottenere il risultato in foto:
Fasi del lavoro e porta tanica dell’olio finito |
La preparazione finisce qui, oggi. Le idee non mancano, la mente lavora a pieno ritmo ma dobbiamo imporci una battuta d’arresto ! Vanno preparati anche i bagagli, bisogna pensare al gasino da campeggio, al numero di calzini, alla tenda, alla cartina, a dove pernotteremo, a quale traghetto prendere insomma, alla logistica.
E con un giorno e mezzo scarso (e fitto di altro da fare) a disposizione resta davvero poco da dedicare a tutto ciò.
Poco importa, il viaggio prenderà forma da solo, sara “lui” a guidarci e calarci nella parte; saranno le vespe con la loro energia e le loro vibrazioni (non sempre positive) a fare strada, a dettare i ritmi, a cambiarci le giornate e rivoluzionare le nostre menti.
Ultimo giorno prima della partenza, rilassiamo finalmente i muscoli, quel che è fatto è fatto, lasciamo scemare la tensione, cala il sipario per permettere che la scenografia dietro le quinte dei nostri encefali possa esser cambiata. L’adrenalina dei preparativi e quell’endorfina che scorreva furiosa nelle vene, lasciano il posto alla sensazione che il viaggio è vicino, alla consapevolezza che non appena saliremo a cavalcioni delle nostre vespe sarà come riabbracciare una vecchia amica che non vedi da molto e inizi a raccontarti tutto ciò che è successo tra fragorose risate e tanta spensieratezza.
Siamo soddisfatti, stanchi anzi, direi sfiniti ma ubriachi di euforia perché
la Corsica è il viaggio più bello che ci sia ! ( Per quest’anno.. 😉 )
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