La sicilia è calda in tutti i sensi. Quando ci fermiamo a fare benzina si crea un capannello di gente intorno alle vespe. Quasi litigano tra di loro perchè ognuno vuole dare i propri consigli. Ad un certo punto arriva un tizio che dice “Io vi ho visto a Foggia. Giovedi sera alle 17.30”. Un camionista. Incredibile. Il sole sale rapidamente e sprigiona tutto il suo calore non appena lasciamo la costa per addentrarci nella campagna in direzione di Gela. Sono ore sofferte, per noi e per le vespe che, raffreddate ad aria calda, raggiungono temperature record. Un po’ di tira e molla con l’acceleratore, qualche sosta nelle rare zone di ombra e si va avanti a denti stretti.
L’arrivo a Licata è come un miraggio, h14.00 tirata unica 220km. Ci accolgono Giovanni e Vincenzo con…
la loro Uno e i 103.000 km nelle ruote. La gioia di rincontrarsi dopo anni per Davide, la scoperta di due simpatici amici per me, il riposo dopo una lunga cavalcata per le due Vespe, un po’ strette ma al fresco.
La granita siciliana ufficiale al limone con briosche ci rinfresca prima del pranzo. Siamo a casa, il pranzo è servito, la cucina di mamma colpisce nel segno.
Abbiamo anche tempo di andare al mare a rilassarci un po’ e fare il primo vero bagno. Forse relax non è il termine più indicato visto che arriviamo ad una spiaggia che rimini al confronto se la sogna: un muro di carne umana e disco music a palla con tanto di acquagym con istruttori (discutibili) dalla spiaggia.
Spostandoci un po’ riusciamo comunque a goderci il nostro mare.
Si torna a casa dopo il tramonto, doccia e subito cena. Le energie ormai sono quasi a zero, ma troviamo le forze per uscire in paese a bere qualcosa.
Domani ancora qui: la prima volta senza sveglia.
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